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STRADE DELLA ROMA PAPALE

Via dei Pontefici (R. IV – Campo Marzio) (da piazza Augusto Imperatore a via del Corso)

La via prende il nome dai ritratti dei Pontefici che furono dipinti sulla casa, che fu la prima ad essere costruita (XVI secolo) su questa strada, dall”abbreviatore [1] apostolico, Saturnino Gerona da Barcellona. Una lapide da lui apposta sulla facciata della casa diceva: “Saturnius Gerona Barchinonensis, prescriptione quinquaginta annorum et senatus consulto Civis Romanus, ad ornatum Urbis et hospitalis Sancti Salvatoris lateranensis utilitatem a fundamentis erexit, locumque ex agresti celebrem fecit”.

La  lapide  scomparve. due  secoli  dopo (XVIII),  la  casa  fu  trasformata  ed ingrandita, ed una diversa iscrizione sostituì la primitiva: “Pontificum dicor domus; haec mihi nomina praestat inter primates hinc memoranda via” (Sono chiamata: “La casa dei Pontefici”, per questo questa via tiene il primato tra le vie della Città).

Il Gerona dev’essere stato un tipo veramente originale. Nel suo testamento, infatti, stabiliva, fra l’altro, che nel giorno della sua morte [2] fossero dati ai bambini, di età non superiore ai "quattro anni e domiciliati  in case oltre cento passi" dalla sua, “una terza parte di un giulio (circa quattro baiocchi a testa); e ai frati della Trinità dei Monti che lo avrebbero trasportato “nove barili di vino Romano” oltre ad un banchetto di solo pesce tanto ai magistrati di Roma, quanto ai confratelli della “Sancta Sanctorum”.

Anche nella grande corsia dell’ospedale di S. Giovanni lasciò memoria di sé con un’iscrizione: “Saturnus Geronus Abbreviator, heredem instituit societatem die XIII mai (maggio) MDXXIII”.

Anche la seconda iscrizione, fu sostituita, da un’ultima: “Saturno Gerona istituì erede del suo asse l’ospedale”, che scomparve poi anch’essa.

Quella che è rimasta, ma è fuori di posto e riguarda due sconosciuti, è la sua epigrafe sepolcrale nella chiesa di Santa Maria dell’Anima: “Scis remeare datum nulli post busta daretur. si mihi, sim nullus si remeare velim. Aetates omnes defunctum sera vocavit mors: reliquum vitae quid nisi pena fuit? Sancte si musas colui, fortasse sepuitus vita inter vivos nunc meliore fruor”.

Dopo la sua casa, molte altre vennero a fiancheggiare la via dei Pontefici e di una di  esse  fu  proprietario fra’ Sebastiano del Piombo (Sebastiano Luciani - 1485-1547) e lo scultore Nicolò Cordieri alla fine del ‘500.

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[1] )            Gli abbreviatori, che formavano un collegio prelatizio, si chiamavano così dal modo abbreviato in cui scrivevano  gli estratti delle suppliche, mentre scrivevano per esteso le minute delle lettere apostoliche. Si dividevano in maggiori e minori, dal luogo della Cancelleria (chiamato parco) dove si radunavano per scrivere.

[2] )            Morto nel 1523.

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